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Il blog di tutta l'associazione, dall'ACR ai giovani fino agli adulti!
Dopo avere affrontato la classe politica italiana nel V-day, Beppe Grillo è pronto al bis. Questa volta se la prenderà con il mondo dell’editoria e del giornalismo. Anche molti giornalisti e scrittori sono favorevoli all’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, un’inutile casta per chiedere balzelli e per tarpare le ali ai giovani giornalisti.
Il 25 aprile nelle piazze di tutta Italia vedremo i banchetti del “popolo del Vaffa…” per la raccolta delle firme contro il sistema attuale dell’Editoria Italiana. Tante anche le manifestazioni e i cortei in programma, soprattutto a Torino, che sarà il centro della manifestazione (un po’ come Bologna per il primo V-day). Si tratta di una manifestazione ampiamente annunciata, in cui il comico genovese, ormai sempre più calato nei panni di nuovo Masaniello, intende varare tre nuovi referendum, miranti a ottenere l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, dei finanziamenti pubblici all’editoria e della Legge Gasparri. Propositi che in effetti minano nelle fondamenta l’ordinamento italiano dei media e dell’informazione, che Grillo contesta ferocemente, considerandolo asservito alle logiche del potere e dei privilegi di casta. Sostanzialmente la quasi totalità dell’informazione italiana è solo uno strumento di disinformazione, afferma Grillo, adoperato per ridurre il popolo alla passività nei confronti di una classe politica inetta e corrotta. Detto in termini più schietti, quella italiana sarebbe una stampa di regime, che non ha una sua autonomia ed è sempre sottomessa ai ricatti di proprietà e ascendenze politiche.
Gli strumenti che Grillo impiega per fare controinformazione sono numerosi: dal suo blog (www.beppegrillo.it) – uno dei più noti e apprezzati nel mondo – a YouTube, a Flickr, a Second Life, in una diffusione virale delle sue rimostranze che ormai ha superato i confini nazionali e che pochissimi cittadini hanno potuto evitare. I luoghi dove gli Italiani potranno firmare per lanciare i referendum sono numerosi e si possono vedere in una mappa realizzata appositamente tramite Google Map (www.beppegrillo.it/v2day/mappa).
Tornando ai quesiti, il primo propone l’abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria. Secondo Grillo, ma anche secondo molti liberi pensatori, “il lettore non conta nulla per l'editore di un giornale, contano di più i finanziamenti pubblici (partiti), la pubblicità (Confindustria, ABI, Confcommercio) e i gadget (dvd, fumetti, eccetera). Il finanziamento pubblico ai giornali costa al cittadino italiano quasi un miliardo di euro all'anno. L'editoria può quindi essere definita a pieno titolo editoria di Stato. Ci sono buoni e anche ottimi giornalisti, quelli che scrivono rischiando la pelle, quelli emarginati, quelli sottopagati. Il 25 aprile non è certo contro di loro, ma contro l'ingerenza della politica nell'informazione”.
Il secondo quesito riguarda l’abolizione dell'ordine dei giornalisti, e vede anche tanti liberi giornalisti come me convinti firmatari del referendum. “Mussolini creò nel 1925, unico al mondo, un albo nel quale si dovevano iscrivere i giornalisti. L'albo era controllato dal Governo e messo sotto la tutela del ministro della Giustizia. Nel 1963, con una nuova legge, l'albo divenne ordine professionale dei giornalisti con regole, pensione, organismi di controllo, requisiti di ammissione. Einaudi scrisse: "L'albo obbligatorio è immorale, perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell'albo obbligatorio sarebbe un risuscitare i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti". Berlinguer aggiunse: "Io sono contrario al requisito di qualsiasi titolo di studio per la professione di giornalista, perché considero questo come una discriminazione assurda, una discriminazione di classe, contraria alla libertà di stampa e alla libera espressione delle proprie opinioni". L'informazione è libera e l'ordine dei giornalisti limita la libertà di informazione. Chiunque deve poter scrivere senza vincoli se non quelli previsti dalla legge. Parole “sante”, anche se forse il termine non è molto appropriato per Beppe Grillo…
Il terzo quesito propone l’abolizione della legge Gasparri, che ha regolamentato l’assegnazione delle frequenze radiotelevisive e che ha ricevuto già qualche reprimenda dalla Corte europea di giustizia per i criteri di selezione. Grillo e il suo popolo mirano alla completa eliminazione del Testo Unico che regolamenta l’intero sistema radiotelevisivo.
Il primo V-day, col suo clamore e coi suoi numeri, ha scosso il mondo della politica: vediamo se anche il V2-day riuscirà a fare lo stesso. L’invito è a scendere in piazza o a fermarsi ai banchetti informativi per firmare e per chiedere anche in Italia un’editoria e un’informazione più libere e obiettive.
E’ necessario sperimentare il percorso di comunione come un pellegrinaggio che ci indichi la meta nella condivisione dell’unica speranza in Cristo Gesù. Lo spirito del Cristo Risorto attraverso la Chiesa penetra nel mondo e ci rivela i luoghi della missione. Credo che in questo particolare momento che registra la fatica della ricerca dei momenti di incontro tra la Parola e la storia, tra l’uomo e la fede incarnata dalla testimonianza dobbiamo ribadire con forza la necessità di moltiplicare itinerari di formazione alla comunione e corresponsabilità ecclesiale per la missione.
La nostra tradizione associativa (140 anni di storia e di santità laicale) non devono rappresentare un peso ma una risorsa; dalla nostra storia associativa occorre recuperare i segni profetici per un impegno ancora più attuale ed esigente di “portare la fede ad ogni uomo”. Dal confronto con la storia attuale e le vicende che ci chiedono ancora una volta di “rendere ragione della nostra fede”, dobbiamo comprendere responsabilmente quali sono i semi di speranza che possiamo insieme testimoniare.
Nel recente cammino associativo abbiamo posto al centro del nostro discernimento una rinnovata attenzione alla scelta religiosa compiuta dall’Azione Cattolica di Vittorio Bachelet nel 1969.Come abbiamo indicato nel documento assembleare, riteniamo che essa vada reinterpretata in chiave profetica, capace quindi di:
- intepretare la storia e le vicende umane;
- leggere gli eventi in chiave di dialogo aperto e costante
- vivere profondamente la fede nella storia, cogliendone i segni di speranza.
A noi laici cristiani di Azione Cattolica viene quindi richiesto uno sforzo di conversione e di radicalità evangelica, innestati nella profonda spiritualità che ci contraddistingue ma senza mai allontanarci dal mondo. Mediante la scelta religiosa siamo chiamati a far risuonare nella nostra vita l’obbedienza all’azione dello Spirito Santo che ci manda nelle nostre realtà a testimoniare la fede senza etichette, con la consapevolezza di essere sale e lievito che si perde nel mondo, con l’ordinarietà delle nostre scelte di vita improntate ad essenzialità e solidarietà. Laici cristiani tra la gente per gridare con la vita quotidiana la nostra testimonianza di fede, chiamati ad amare sempre più Dio perché lo possiamo riconoscere nel prossimo.
La scelta religiosa quindi chiama direttamente in causa le nostre scelte nella vita della città. Il rinnovato impegno formativo, affermato come scelta prioritaria per il futuro della nostra associazione, obiettivo della proposta dell’istituzione del Laboratorio Diocesano per la formazione, deve impegnarci saldamente nella costruzione di percorsi educativi sul senso della libertà e responsabilità, sulla disponibilità al sacrificio per amore verso il prossimo, sul senso della gratitudine ed essenzialità puntando all’opzione per i poveri suscitando autentiche vocazioni alla solidarietà.
Come indicato nel documento assembleare diventa fondamentale moltiplicare le iniziative di studio e di confronto sui temi sociali e culturali per una rinnovata attenzione al bene comune ed all’affermazione dei diritti fondamentali della persona: la vita, la pace, i diritti umani, la difesa dell’ambiente ecc.., snodi cruciali attraverso i quali passa la testimonianza del Vangelo.
Anche la scelta di celebrare la festa per i 140 anni dell’Azione Cattolica, l’assemblea elettiva e la presentazione del Manifesto al paese, rappresentano una modalità importante per incarnare la nostra passione civile, nella cura ed attenzione per tutte le questioni legate al territorio alla luce dei fondamenti di giustizia che la fede cristiana ci concede.
Ringrazio la Vergine Maria e tutti i beati dell’Azione Cattolica per tutti i momenti di grazia che ci hanno fatto sperimentare in questi anni ed a loro affido il cammino futuro dell’associazione con l’invocazione affinché possano suscitare vocazioni autentiche al servizio ed alla disponibilità alla responsabilità per il trennio prossimo.
MARIO SONNESSA Presidente diocesano
VITO GIALLELLA Vice Presidente settore adulti
LUIGI SASSO Vice Presidente settore giovani
ANGELA PENNELLA Vice Presidente settore giovani
MARIA FRISA Incaricata diocesana per l’A.C.R.
MARIANNA PICCOLELLA Segretaria
ANGELO CASORELLI Amministratore
Buon lavoro a tutti!!!