mercoledì 2 settembre 2009

Ricordi di S. Demetrio

di Salvatore

Sono passati quasi venti giorni dalla bellissima esperienza fatta a S. Demetrio, uno dei tanti piccoli paesi dell’Abruzzo, colpiti dal sisma del 6 aprile di quest’anno... forse l’esperienza più bella che abbia mai fatto in vita mia! Non avrei mai immaginato che un’esperienza del genere mi potesse dare tanto… merito delle tante persone stupende conosciute e di tutte quelle con cui abbiamo affrontato questo cammino, a partire dal gruppo dei “ Vincenziani”: il capo gruppo Padre Calogero, che ci ha guidati per quasi tutta la settimana, Padre Giuseppe, suo sostituto negli ultimi due giorni, le mitiche assistenti Suor Carmela e Suor Maria Rosaria, e tutti gli altri, Diego ed Anna, la nostra coppia di fisioterapisti, Alessandra e Mariadele, le ragazze di Artena (Roma), i miei amici di sempre Antonio, Mauro, Angela e Noemi, a cui si aggiunge Giusy, la sorella di Gianvito, Marco, il seminarista piacentino, e per finire la regista del Piemonte, Maria Paola, e l’esperta vincenziana Laura, anche lei di Roma. Senza di loro forse quest’esperienza non sarebbe stata così bella.

Ma durante tutta la settimana non abbiamo smesso di conoscere persone. A partire dalla gente detta “comune”, tutte quelle persone che hanno subito il dramma del sisma, che ormai da cinque mesi vivono nelle tende allestite nel campo sportivo del paese e che ogni giorno, da quel 6 aprile, vivono una vita che non è più la loro. Ma nonostante tutto, con grande forza, vanno avanti con la speranza di poter ricominciare da dove avevano lasciato. Tutti hanno perso qualcosa: chi la casa, chi gli affetti, e chi addirittura un pezzo della propria famiglia. Comunicare con questa persone è stata una lezione di vita, ascoltare la storia di ciascuno di loro è stato emozionante. Come poter dimenticare la storia di Berardo, l’uomo che dal 6 aprile continua a passare le sue giornate sui gradoni degli spalti, a cui la vita ha regalato troppi dolori; come dimenticare quella di Francesco, che nella sua di vita, grazie soprattutto alla guerra, ha visto andare via troppa gente prima del tempo. O il simpatico Luigino, con le sue fedeli Rosina, Bianchina e Celestina, le sue tre macchine. E poi gente un po’ più giovane come Maria Teresa, una ragazza speciale che nonostante tutte le difficoltà della vita sa dare gioia agli altri, e poi la Signora Umberta, Vilma, il signor Marcello, Sergio il tabaccaio, gli anziani di “Villa Rosa” (la casa di riposo di S. Demetrio), a cui speriamo di aver regalato un sorriso, gli abitanti di S. Giovanni e Cardamone. Senza dimenticare i ragazzini con cui ci siamo divertiti tanto, da Alessio, che divorava tutto, ad Eddie, la mascotte del campo, da Cristian con il suo “Bang”, a Seila e Martina. Tutti loro ci hanno fatto passare una settimana indimenticabile, con la speranza di poter tornare presto da loro e condividere magari altro.

Poi c’era chi, come noi, era lì per un “servizio”. Il nostro capo campo, rinominato capo villaggio, Sergio, un alpino del Friuli molto molto simpatico e tutti gli altri alpini conosciuti; Giorgio, il capo cuoco, la cui simpatia era pari alla stazza; tutti i ragazzi della protezione civile, a partire dal mitico Steavens, e il suo “zio cane”, ispiratore delle nostre imitazioni e intrattenitore dei nostri momenti lavorativi; gli addetti alla cucina, Giuliana, la sosia di Karima, Daniele e Valentina, che per qualche giorno è stata al centro dei miei pensieri, e tutti i loro colleghi. Gli scout, a qualcuno di noi molto cari…. Marco e Federica, i due ragazzi dell’Agesci che hanno prestato servizio presso gli enti pubblici di S. Demetrio e di Paganica, e tutti coloro che hanno vissuto con noi questa settimana.

È stata una settimana tanto bella quanto intensa. Dalla mattina alle 7.30, ora della sveglia, fino alla sera a mezzanotte, quando dopo aver passato qualche ora di svago tutti insieme, si ritornava nelle tende. Descrivere quello fatto durante la settimana non è facile, perché non c’è un momento che non si possa ricordare. È stata una di quelle esperienze che se non vivi, non puoi capire che emozioni ti può dare. L’unica cosa che posso dire è che le ansie e i timori del primo giorno hanno lasciato alla fine spazio alle lacrime, legate alle emozioni vissute e al dispiacere di andar via. Qualcuno di noi, Alessandra e Mariadele, hanno avuto la fortuna di poterci tornare, e anche se siamo lontani, speriamo che il nostro pensiero le accompagni lungo il percorso. Senza dimenticare che la gente dell’Abruzzo ha sempre bisogno di noi, perché “domani è già qui”!!!

1 commento:

maurino ha detto...

E' vero salvatore condivido pienamente tutto quello che hai detto su quest'esperienza fantastica. spero di farne delle altre a prestoooooooooooo ciaoooooooooooo Abruzzooooooooooo