di Salvatore

Ma durante tutta la settimana non abbiamo smesso di conoscere persone. A partire dalla gente detta “comune”, tutte quelle persone che hanno subito il dramma del sisma, che ormai da cinque mesi vivono nelle tende allestite nel campo sportivo del paese e che ogni giorno, da quel 6 aprile, vivono una vita che non è più la loro. Ma nonostante tutto, con grande forza, vanno avanti con la speranza di poter ricominciare da dove avevano lasciato. Tutti hanno perso qualcosa: chi la casa, chi gli affetti, e chi addirittura un pezzo della propria famiglia. Comunicare con questa persone è stata una lezione di vita, ascoltare la storia di ciascuno di loro è stato emozionante. Come poter dimenticare la storia di Berardo, l’uomo che dal 6 aprile continua a passare le sue giornate sui gradoni degli spalti, a cui la vita ha regalato troppi dolori; come dimenticare quella di Francesco, che nella sua di vita, grazie soprattutto alla guerra, ha visto andare via troppa gente prima del tempo. O il simpatico Luigino, con le sue fedeli Rosina, Bianchina e Celestina, le sue tre macchine. E poi gente un po’ più giovane come Maria Teresa, una ragazza speciale che nonostante tutte le difficoltà della vita sa dare gioia agli altri, e poi la Signora Umberta, Vilma, il signor Marcello, Sergio il tabaccaio, gli anziani di “Villa Rosa” (la casa di riposo di S. Demetrio), a cui speriamo di aver regalato un sorriso, gli abitanti di S. Giovanni e Cardamone. Senza dimenticare i ragazzini con cui ci siamo divertiti tanto, da Alessio, che divorava tutto, ad Eddie, la mascotte del campo, da Cristian con il suo “Bang”, a Seila e Martina. Tutti loro ci hanno fatto passare una settimana indimenticabile, con la speranza di poter tornare presto da loro e condividere magari altro.
Poi c’era chi, come noi, era lì per un “servizio”. Il nostro capo campo, rinominato capo villaggio, Sergio, un alpino del Friuli molto molto simpatico e tutti gli altri alpini conosciuti; Giorgio, il capo cuoco, la cui simpatia era pari alla stazza; tutti i ragazzi della protezione civile, a partire dal mitico Steavens, e il suo “zio cane”, ispiratore delle nostre imitazioni e intrattenitore dei nostri momenti lavorativi; gli addetti alla cucina, Giuliana, la sosia di Karima, Daniele e Valentina, che per qualche giorno è stata al centro dei miei pensieri, e tutti i loro colleghi. Gli scout, a qualcuno di noi molto cari…. Marco e Federica, i due ragazzi dell’Agesci che hanno prestato servizio presso gli enti pubblici di S. Demetrio e di Paganica, e tutti coloro che hanno vissuto con noi questa settimana.
È stata una settimana tanto bella quanto intensa. Dalla mattina alle 7.30, ora della sveglia, fino alla sera a mezzanotte, quando dopo aver passato qualche ora di svago tutti insieme, si ritornava nelle tende. Descrivere quello fatto durante la settimana non è facile, perché non c’è un momento che non si possa ricordare. È stata una di quelle esperienze che se non vivi, non puoi capire che emozioni ti può dare. L’unica cosa che posso dire è che le ansie e i timori del primo giorno hanno lasciato alla fine spazio alle lacrime, legate alle emozioni vissute e al dispiacere di andar via. Qualcuno di noi, Alessandra e Mariadele, hanno avuto la fortuna di poterci tornare, e anche se siamo lontani, speriamo che il nostro pensiero le accompagni lungo il percorso. Senza dimenticare che la gente dell’Abruzzo ha sempre bisogno di noi, perché “domani è già qui”!!!
1 commento:
E' vero salvatore condivido pienamente tutto quello che hai detto su quest'esperienza fantastica. spero di farne delle altre a prestoooooooooooo ciaoooooooooooo Abruzzooooooooooo
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