sabato 2 agosto 2008

Racconti dopo Sydney 2008 - parte III

di Luigi Sasso

L'ultima delle catechesi è stata tenuta da Mons. Domenico D'Ambrosio, Vescovo della diocesi di Manfredonia-Vieste-S. Giovanni Rotondo, il giorno 18 luglio. Probabilmente in ragione del fatto che si trattava del primo "catechista" non conosciuto da noi lucani, questa testimonianza è stata vissuta con grande intensità dal nostro gruppo. Mons. D'ambrosio ci ha raccontato della sua esperienza personale, sia come uomo di chiesa che come direttore di ospedale (sua Eccellenza è presidente della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo), di fronte alla terribile malattia di una ragazza quattordicenne. Questa giovanissima - che, tra l'altro, era molto impegnata nell'Azione Cattolica - ha avuto una capacità di reagire alla sua malattia con una forza che nemmeno il Vescovo riusciva a spiegarsi. Dal canto suo, la giovane ammalata testimoniò nel suo diario (che è stato pubblicato proprio dall'Azione Cattolica della Diocesi di Manfredonia-Vieste-S. Giovanni Rotondo) che le radici di questa forza risiedevano nella preghiera, nel rapporto personale e costante con Gesù e, soprattutto, nell'Eucarestia. La cosa che mi ha veramente impressionato in questa storia è il modo controcorrente con cui questa ragazza ha vissuto la sua malattia: nel momento della sofferenza per la malattia, con ogni probabilità ognuno di noi avrebbe pregato perché gli fossero attenuate le sofferenze. Lei, invece, pregava per gli altri che soffrivano come lei (forse meno di lei) e per la sua famiglia, affinché sapesse accettare il dolore che la straziava.
Dopo questa catechesi, che ci ha lasciati veramente colpiti e commossi, è arrivato il giorno della veglia con il Papa all'ippodromo di Randwick, 19 luglio. A differenza di Colonia, raggiungere il luogo della veglia è stato
abbastanza agevole: ai volontari, che erano tantissimi e tutti informati sul percorso che avremmo dovuto seguire, deve necessariamente andare un plauso per il lavoro eccezionale di aver gestito la grande fiumana di gente che si riversava nelle strade del centro della città.
Il discorso del Santo Padre durante la veglia non è facilmente sintetizzabile: il mio invito è a leggerlo con attenzione, magari più volte, e coglierne la grande profondità della riflessione e, allo stesso tempo, la capacità di smussare gli spigoli dei concetti teologici più difficili (questo è il link: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2008/july/documents/hf_ben-xvi_spe_20080719_vigil_it.html).
A veglia conclusa... ...in molti si sono recati in alcune tende, sparse su tutta l'area dell'ippodromo, in cui era possibile sostare per l'adorazione eucaristica. Ma, al termine di questi intensi e fecondi momenti, è iniziata la vera battaglia: quella con il freddo! Durante la notte la temperatura è scesa fino a 0°; per fortuna, eravamo sufficientemente attrezzati per sopportare il clima rigido e così non abbiamo patito troppo, o meglio, nessuno di noi è stato ricoverato per assideramento!
La mattina successiva, alle 10.30, è iniziata la messa con Papa Benedetto XVI. La celebrazione, nonostante la stanchezza per le poche ore di sonno, è stata molto partecipata. I momenti più belli probabilmente sono stati quelli in cui gli aborigeni australiani hanno partcipato alla celebrazione, segno che, con il passare del tempo, le ultime tracce della discriminazione che li ha riguardati sono ormai parte del passato. Grande attesa vi era per l'annuncio della città che avrebbe ospitato la GMG del 2011: quando Papa Benedetto ha pronunciato il nome della città di Madrid, la grande comitiva spagnola ha iniziato una festa scatenata che è durata per tutto il tragitto del ritorno, nonché per tutti i giorni successivi nei più disparati angoli della città.
Come per l'arrivo, così anche la partenza dall'ippodromo è stata ben gestita e quasi indolore per noi visto che in poco più di due ore abbiamo attraversato la città, siamo giunti a casa e abbiamo anche avuto il tempo per lavarci e per uscire a mangiare qualcosa.
In conclusione di tutto, cari amici, posso dire che, nonostante le fatiche e i costi (per questi ultimi non saremo mai abbastanza grati al nostro Vescovo e, soprattutto, a Don Sandro) l'esperienza di Sydney è stata indescrivibilmente bella: anzi, con ogni probabilità è stato il sacrificio in più che abbiamo dovuto affrontare a renderla ancora più intensa e significativa.
Non mi piace sprecare gli aggettivi o descrivere episodi con delle esagerazioni e non lo farò in questa circostanza, ma posso dire questo: il Papa ha ricordato come le GMG siano diventati degli appuntamenti fondamentali per la Chiesa del nuovo millennio. Allora è compito di tutti noi che viviamo nella Chiesa di Cristo provare a vivere quotidianamente la gioia e lo spirito fraternità di queste giornate come elementi qualificanti della nostra fede e della nostra spiritualità.
Vi saluto con un abbraccio e con una preghiera.

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