venerdì 11 luglio 2008

Da cristiani nella società

L'ufficio diocesano per i problemi sociali e del lavoro ha promosso un cammino culturale con una serie di incontri, dibattiti, discussioni dal tema "Da cristiani nella società", un cammino culturale su come essere cristiani oggi, su come tornare a parlare di impegno sociale e politico.

Il quarto incontro dal tema "I tratti generali della formazione morale nella catechesi, evangelizzazione e formazione, proposte di formazione sociale, culturale e politica" è stato presieduto da don Rocco D'Ambrosio, docente di filosofia politica presso la Facoltà Teologica Pugliese e la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Il punto di partenza del dibattito è stata la lettura di un frammento della Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II; in particolare don Rocco si è soffermato sul mancato interesse che la nostra Chiesa europea ha nei confronti dei problemi sociali del cristiano, interesse sentito maggiormente nei paesi in via di sviluppo.

La difficoltà del cristiano è proprio quella di portare un contributo nel mondo in cui vive, contributo concreto nel sociale, mentre è più semplice che si interessi, senta il dovere della partecipazione ai riti religiosi, ma non all'incarnazione di quei principi che ogni cristiano dovrebbe sentire. In particolare, l'atteggiamento della Chiesa nei confronti del mondo si pone in due modi: la fuga del mondo e l'attivismo sociale. Nel primo caso infatti l'interesse della Chiesa sembra più propenso ad un approccio solo spirituale, come se i suoi membri si dimenticano delle cose reali, del mondo esterno, producendo un modello di Chiesa a tratti incoerente. Per quanto riguarda l'altro versante la Chiesa diventa spesso una sorta di agenzia, atta a promuovere di tutto e di più, tralasciando la spiritualità; l'ideale sarebbe che la Chiesa riuscisse a stare al centro di questi due estremi proponendo il Vangelo a tutti in una prospettiva di evangelizzazione e promozione umana. Al fine di realizzare ciò il Magistero sociale della Chiesa ha sviluppato un metodo che deriva dalla pedagogia francese, metodo utilizzato dall'AC (Azione Cattolica) e dalla GIOC (Gioventù Operaia Cristiana), che prevede tre principi, tre verbi fondamentali: Vedere - Giudicare - Agire. Si parte da un'osservazione attenta della realtà complessa che ci circonda, con l'intento di superare il pregiudizio anticulturale con l'ausilio delle scienze umane (Vedere); si passa poi a un giudizio che non deve essere mai di condanna, ma di salvezza, una fede che diventi cultura (Giudicare); e si arriva ai segni concreti che un cristiano deve creare con uno stile profetico sia come gruppo, ma principalmente come singolo (Agire).
A conclusione dell'incontro sono stati affrontati ed elencati alcuni problemi attuali:
1. Chiesa di minoranza in un mondo pluralista e secolarizzato;
2. Lo stile ecclesiale e il rapporto con il mondo: - proporre non imporre - Dio è più presente nell'invocazione che nella dimostrazione (Italo Mancini);
3. Promozione umana, carità... marginalizzate?;
4. Chiesa e Stato: il problema della laicità;
5. La religiosità popolare e il suo impatto: - una fede senza rito e un rito senza fede (Franco Garelli);
6. I linguaggi della fede;
7. Le esperienze ecclesiali significative.

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