giovedì 24 aprile 2008

Il 25 aprile V2-day: ”Libera informazione in Libero Stato”

di Fabio Vitucci

Dopo avere affrontato la classe politica italiana nel V-day, Beppe Grillo è pronto al bis. Questa volta se la prenderà con il mondo dell’editoria e del giornalismo. Anche molti giornalisti e scrittori sono favorevoli all’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, un’inutile casta per chiedere balzelli e per tarpare le ali ai giovani giornalisti.

Il 25 aprile nelle piazze di tutta Italia vedremo i banchetti del “popolo del Vaffa…” per la raccolta delle firme contro il sistema attuale dell’Editoria Italiana. Tante anche le manifestazioni e i cortei in programma, soprattutto a Torino, che sarà il centro della manifestazione (un po’ come Bologna per il primo V-day). Si tratta di una manifestazione ampiamente annunciata, in cui il comico genovese, ormai sempre più calato nei panni di nuovo Masaniello, intende varare tre nuovi referendum, miranti a ottenere l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, dei finanziamenti pubblici all’editoria e della Legge Gasparri. Propositi che in effetti minano nelle fondamenta l’ordinamento italiano dei media e dell’informazione, che Grillo contesta ferocemente, considerandolo asservito alle logiche del potere e dei privilegi di casta. Sostanzialmente la quasi totalità dell’informazione italiana è solo uno strumento di disinformazione, afferma Grillo, adoperato per ridurre il popolo alla passività nei confronti di una classe politica inetta e corrotta. Detto in termini più schietti, quella italiana sarebbe una stampa di regime, che non ha una sua autonomia ed è sempre sottomessa ai ricatti di proprietà e ascendenze politiche.

Gli strumenti che Grillo impiega per fare controinformazione sono numerosi: dal suo blog (www.beppegrillo.it) – uno dei più noti e apprezzati nel mondo – a YouTube, a Flickr, a Second Life, in una diffusione virale delle sue rimostranze che ormai ha superato i confini nazionali e che pochissimi cittadini hanno potuto evitare. I luoghi dove gli Italiani potranno firmare per lanciare i referendum sono numerosi e si possono vedere in una mappa realizzata appositamente tramite Google Map (www.beppegrillo.it/v2day/mappa).

Tornando ai quesiti, il primo propone l’abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria. Secondo Grillo, ma anche secondo molti liberi pensatori, “il lettore non conta nulla per l'editore di un giornale, contano di più i finanziamenti pubblici (partiti), la pubblicità (Confindustria, ABI, Confcommercio) e i gadget (dvd, fumetti, eccetera). Il finanziamento pubblico ai giornali costa al cittadino italiano quasi un miliardo di euro all'anno. L'editoria può quindi essere definita a pieno titolo editoria di Stato. Ci sono buoni e anche ottimi giornalisti, quelli che scrivono rischiando la pelle, quelli emarginati, quelli sottopagati. Il 25 aprile non è certo contro di loro, ma contro l'ingerenza della politica nell'informazione”.

Il secondo quesito riguarda l’abolizione dell'ordine dei giornalisti, e vede anche tanti liberi giornalisti come me convinti firmatari del referendum. “Mussolini creò nel 1925, unico al mondo, un albo nel quale si dovevano iscrivere i giornalisti. L'albo era controllato dal Governo e messo sotto la tutela del ministro della Giustizia. Nel 1963, con una nuova legge, l'albo divenne ordine professionale dei giornalisti con regole, pensione, organismi di controllo, requisiti di ammissione. Einaudi scrisse: "L'albo obbligatorio è immorale, perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell'albo obbligatorio sarebbe un risuscitare i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti". Berlinguer aggiunse: "Io sono contrario al requisito di qualsiasi titolo di studio per la professione di giornalista, perché considero questo come una discriminazione assurda, una discriminazione di classe, contraria alla libertà di stampa e alla libera espressione delle proprie opinioni". L'informazione è libera e l'ordine dei giornalisti limita la libertà di informazione. Chiunque deve poter scrivere senza vincoli se non quelli previsti dalla legge. Parole “sante”, anche se forse il termine non è molto appropriato per Beppe Grillo…

Il terzo quesito propone l’abolizione della legge Gasparri, che ha regolamentato l’assegnazione delle frequenze radiotelevisive e che ha ricevuto già qualche reprimenda dalla Corte europea di giustizia per i criteri di selezione. Grillo e il suo popolo mirano alla completa eliminazione del Testo Unico che regolamenta l’intero sistema radiotelevisivo.

Il primo V-day, col suo clamore e coi suoi numeri, ha scosso il mondo della politica: vediamo se anche il V2-day riuscirà a fare lo stesso. L’invito è a scendere in piazza o a fermarsi ai banchetti informativi per firmare e per chiedere anche in Italia un’editoria e un’informazione più libere e obiettive.

2 commenti:

ScHy ha detto...

eccomi qui! ora ci sono anche io...
grazie a Fabietto...
saluto tutti tutti... oggi posso femrarmi solo un attimo per dare un occhiata, perchè sapete anche voi come sono le mamme... devo sistemare la cameretta...
un bacio!
-chicca-

Giuseppe ha detto...

mo siamo proprio tutti!!!! ciaooooooo